Status Symbol

CATALOGOINVITOCOCA-COLA COLLECTIONTESTI CRITICI: Pierre Restany – Gillo Dorfles – Tommaso Trini – Rolando Bellini                               

STATUS-SYMBOL: la FIAT 500, la bottiglia della COCA-COLA, l’orologio SWATCH e il JEANS. Questi quattro oggetti hanno in comune una mutazione semantica che li accomuna nella stessa dimensione di status-simbol. Sono diventati degli oggetti temporali o extratemporali, hanno superato lo scoglio della modernità e si sono naturalmente inseriti nella gerarchia dei valori simbolici della società post-industriale. La loro temporalità è anche un fattore di continuità nella loro storia interna: la vivono questa storia nel presente permanente della nostra vita collettiva. Nell’epoca caotica in cui viviamo, nel totale fallimento delle ideologie e delle istituzioni, delle strutture politiche e geopolitiche del pianeta, questi quattro elementi rappresentano come un’oasi di sicurezza e di simbologia consolidata e questo elemento di continuità nella permanenza del nostro presente costituisce un elemento di altissimo rilievo culturale, mentale e sentimentale. Questo particolare di grande ottimismo nella crisi attuale, Maria Teresa Illuminato lo sottolinea e lo incarna in una materia che offre, nella specificità della sua struttura, la stessa risonanza simbolica: la carta riciclata è l’elemento materico di permanenza nella nostra cultura. Vedo negli Status-Symbol di Maria Teresa Illuminato la verità e l’autenticità di un grande gioco immaginativo, ma il grande gioco di un pensiero ludico assunto nel suo più alto livello. “La cultura si crea giocandosi” diceva “Eugen Finck. Maria Teresa Illuminato ci invita a partecipare con tutta la forza della nostra coscienza percettiva al grande gioco della cultura e questo gioco di alta poesia si chiama oggi: l’ineffabile virtù della sopravvivenza umana.

La FIAT 500 ha espresso la realtà di un mondo giovane e nuovo per l’Italia della ripresa economica post-bellica, ma rappresenta una cosa in più: la macchina di basso prezzo, di basso consumo, di modeste dimensioni: La macchina popolare per eccellenza. Il “maggiolino” tedesco corrisponde alla stessa analisi, con qualche sofisticazione tecnica in più. La 500 nella sua filosofia del progetto traduce bene, in un modo forse più latino, questa disponibilità dell’automobile alle zone più basse e modeste del mercato. E certamente questo è un elemento rivoluzionario che crea il plus valore semantico della sua immagine formale. Non è a caso che Maria Teresa Illuminato l’abbia prima ingrandito nelle misure reali e poi ridotto alle dimensioni di un giocattolo. Una volta fermata la catena di produzione la 500 rimane un simbolo, un giocattolo del pensiero. L’artista ha dipinto questo giocattolo con tutti i colori dell’arcobaleno e questo diluvio cromatico contribuisce ad allargare la dimensione concettuale dell’oggetto di base, nel campo ludico come nel campo razionale. Questo giocattolo della memoria si inserisce così nel tempo presente come l’inizio di una rivoluzione industriale, l’automobile alla portata di tutti, non solo come la nostalgia di un momento sociale e culturale dell’Italia.

La bottiglia della COCA-COLA ha anch’essa conquistato tutti i mercati del pianeta. Se deve entrare in competizione con un altro oggetto di maggior valenza simbolica è con la versione super industriale di sé stessa cioè: la lattina di Coca-Cola. Questa diventa totalmente artificiale, il prodotto di una ricetta industriale, più o meno segreta. È diventata il simbolo non solo dell’America trionfalista, ma anche lo spirito di una modernità senza fine, di un’eterna gioventù sportiva e conviviale. 

Il simbolo degli anni ‘90 è invece l’orologio SWATCH diventato in tempo molto breve un oggetto di culto, l’elemento pregiato di un collezionismo specifico e il simbolo della semplicità, dell’efficienza e anche della poesia inventiva. Nato come un prodotto a basso prezzo e a forte resistenza fisica, suscettibile di opporsi in un modo efficace all’invasione degli orologi giapponesi, lo Swatch ha preso molto presto le sue distanze da questa era competitiva originale ed è diventato il simbolo dell’immaginazione attiva della condizione internazionale post moderna. E non è a caso che il famoso designer Alessandro Mendini sia diventato il direttore artistico della Swatch Company. 

Il JEANS è stato in un primo tempo il simbolo della diffusione mondiale della filosofia esistenziale del pop. Come la pop-art o il pop-song o la pop-music, il jeans era una parte del modo di vita Made in Usa. Negli anni 60 tutta la gioventù del mondo intero da New York a Mosca da Londra a Pechino, Tokio e Sidney, voleva vivere, pensare, divertirsi, esprimersi all’americana e il jeans rappresentava l’espressione la più spontanea, la più diretta del costume; un taglio semplice molto aderente al corpo, il taglio della libertà. Tant’è vero che il successo del jeans non tramonta. Esso rimane sempre il simbolo del modo più efficiente e comodo di vestirsi, al di là del periodo trionfalista della cultura pop americana.