Leda

LEDA è la fanciulla di cui Giove si invaghì, tramutandosi in cigno per possederla. E del cigno Leda ha l’eleganza della linea, del sacro ha la ieraticità dello schienale, dell’amore la rotondità della seduta, della passione che niente può fermare la fantasia capricciosa dei riccioli del tessuto. La creatura eterea che nasce dall’uovo, che danza, che s’incarna e si identifica in Leda lo dimostra.

La sua “anima” è una sedia anni ’50 già finita in discarica, la sua veste è un tessuto non tessuto di moderna generazione che utilizza materiali scartati, già rifiuti, rigenerandoli a nuova vita, drappeggiandoli ad arte, facendone un rivestimento e un travestimento, una scultura, un’opera unica. Dai rifiuti della società industriale, rigenerati, a una creazione artistica unica, la materia, scartata, vive e si fa arte. 

Leda è dunque sintesi concettuale ed estetica, etica ed eidetica. Guardarla, comprenderla, riconoscerne le stratificazioni di significato è il passo giusto per entrare nel mondo delle mie idee in merito all’arte, all’educazione, all’ecologia.  

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