Rolando Bellini

La veste bianca che l’avvolge, aderente e leggera, dalla testa ai piedi le conferisce ieraticità inattesa e simbolica, e infine la seduta vaporosa, arricciata e spumeggiante che, nel suo bagliore abbagliante evoca un cigno, Ciaikovski e sua morte del cigno.

La sedia, infatti, con quel suo alto schienale, quella sua elegante femminilità, parrebbe animarsi e trasfigurarsi in cigno e Leda, al tempo stesso.

Le “metamorfosi” del poeta, dunque, trovano, qui, nuova vita e forza espressiva. La storia si attualizza in questo evento

performativo intriso di poesia, animato dalla leggerezza.

La bassa e tondeggiante seduta ha uno strascico simile a bozzolo e nuvola che, di colpo, si anima, prende a muoversi.

Il bozzolo si articola in forme o posture sempre nuove e la danzatrice che ne è prigioniera poco a poco, ha il sopravvento. Mentr’io recito fra me e me, cantilenando: “tra i materassi logori e le ceste v’erano stampe di persone egregie; l’incoronato delle fronde regie v’era Torquato nei giardini d’Este” (G. Gozzano, 1982).

In altre parole, questa sedia simbolo e totem e perciò copertina del volume di ecodesign raccoglie in sé l’agire, il progettare e il teorizzare di Maria Teresa Illuminato.